Poema didascalico
Da Wikiscuola.
Il Poema didascalico
Le Opere e i Giorni di Esiodo appartengono al genere didascalico (tipo di componimenti che sviluppano precetti e insegnamenti relativi ad argomenti filosofici, storici, tecnici e morali. Inizialmente, nella fase della trasmissione orale della cultura, opere di tale genere erano scritte in versi, poiché il verso favoriva l'apprendimento mnemonico. Tale verso era l'esametro, perciò, quello didascalico non fu un genere autonomo, ma una forma di epica. Solo nel V sec. a.C. si passò alla prosa. Oltre alle Opere e Giorni di Esiodo, nella letteratura greca, troviamo, nell'età ellenistica, i Fenomeni di Arato di Soli (fatti conoscere a Roma dalla traduzione di Cicerone) e i Theriakà di Nicandro di Colofone; nella Letteratura Latina, il genere fu ripreso da Lucrezio nel De rerum natura e da Virgilio nelle Georgiche. Caratteristica di questo genere è la struttura che prevede un docente e un destinatario-discente (nel caso delle Opere e Giorni di Esiodo, questi è il maestro, il fratello Perse il discente. La struttura del poema didascalico prevede le seguenti parti: 1. il proemio 2. il rapporto docente/discente, con frequenti appelli o esortazioni da parte del magister al discipulus a prestare attenzione, ad aver fiducia nel maestro, ad essere costante. 3. le digressioni (favole, miti, descrizioni di eventi naturali, etc.), al fine di decantare la monotonia dei precetti.
Ricavato da "http://vivalascuola.net/wiki/index.php?title=Discussioni_utente:Francesca"