Quali sono oggi i modelli di integrazione più diffusi?

Da Wikiscuola.

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La globalizzazione ha determinato nuovi ed inediti rapporti tra gli Stati e tra gli individui: in parole povere ha reso evidente la necessità di forme nuove di convivenza sociale e civile regolata dai rapporti tra diversi gruppi sociali e culturali.
Di conseguenza le identità culturali ed etniche, ma anche gli stessi individui hanno subito modificazioni nelle loro condizioni di vita, nei rapporti sociali e nella stessa percezione della loro condizione umana.
Lo Stato-nazione nato sulla base di una propria identità linguistico-culturale si è indebolito in seguito all'aumento dell'immigrazione di gruppi appartenenti ad altre identità. La messa in discussione dello Stato-nazione ha portato alla formazione di tre modelli di integrazione degli immigrati:

  • il “modello assimilazionista” francese, basato sull'idea che chi sceglie di far parte di una comunità nazionale deve condividerne gli ideali e le tradizioni;
  • il “modello di istituzionalizzazione delle precarietà” tedesco, che considera gli immigrati ospiti temporanei dello Stato, che ne tutelano le diversità in vista del loro rientro nel loro Stato;
  • il “modello pluralista” inglese, che accetta un certo grado di diversità sia culturale che religiosa, espressa nello spazio pubblico.

Negli Stati Uniti d'America, in cui è presente una molteplicità di culture con proprie caratteristiche, per quanto riguarda l'assimilazionismo sono state formulate due tipi di metafore: il melting pot ("crogiolo" dove si amalgamano le diversità) e il salad bowl ( ovvero un "insalatiera").(1)
Il primo prevede la fusione delle diverse etnie e culture in un'unica cosa; questo tipo di integrazione è però considerata da alcuni come una minaccia per l'identità culturale della comunità autoctona. Questo atteggiamento che è considerato pericoloso perché potrebbe inquinare e corrompere l'identità della comunità con la mescolanza di culture diverse è stato definito mixofobia, paura cioè della mescolanza. Altri invece che non temono l'interazione fra le culture pensano che il melting pot sia comunque dannoso, perché gli immigrati per non venire emarginati e per essere accettati cancellano la propria identità culturale.
Il salad bowl prevede invece una mescolanza, ma non una fusione delle diversità, cioè una grande varietà di culture in un territorio senza annullare le differenze né far prevalere una sulle altre. Non a caso è stato scelto il termine “insalatiera” per indicare una società in cui si valorizza il rispetto delle differenze culturali come una grande insalatiera che raccoglie le varietà.
Nella cultura anglosassone il modello pluralista si ispira a due filosofie in contrasto tra di loro, quella liberale e quella comunitaria.
La prima sostiene il primato della libertà individuale, garantita da uno Stato neutrale, in campo religioso, culturale e politico.
Questa concezione vede una netta scissione tra Stato e Chiese, ritenendo la confessione religiosa un fatto puramente privato e quindi non rientrante nei doveri dello Stato.
La seconda, invece, crede fermamente nell'esistenza di un'identità naturale dell'individuo in cui lo Stato, al contrario della filosofia liberale, non deve essere neutrale perché ha l'obbligo di occuparsi del bene comune di ogni cittadino comprese le minoranze etniche che si trovano all'interno di esso.
Questi modelli si sono venuti a creare negli Stati che per primi hanno avuto un numero alto di immigrati, come la Francia, la Inghilterra e la Germania. L'Italia che fino agli anni '70 del Novecento(2) ha avuto un alto livello di emigrazione non ha quindi potuto darsi un modello proprio.
Le società moderne sono, infatti, a tutti gli effetti società multiculturali e dovrebbero dunque “adattarsi” a questa nuova realtà e riconoscere le minoranze culturali ed etniche.
Ad esempio in Canada c'è stato bisogno di una serie di scontri per il riconoscimento di due culture distinte all'interno del paese. Alla lotta dei franco-canadesi per il bilinguismo nelle istituzioni statali e il biculturalismo scolastico, molto probabilmente si deve la nascita del termine “multiculturalismo, termine che sottolinea la presenza in una società di molte culture.
Con questo termine i francofoni intendevano una condizione in cui francofoni e inglese coesistevano con separazione e autonomia gli uni dagli altri. Con la politica multiculturalista del governo Trudeau nel 1971 si ha la netta divisione in due culture con proprie identità, determinate dalla loro differente storia.
Il multiculturalismo ha incontrato però inevitabilmente qualche problema, in ambito scolastico soprattutto in Europa dove è più esplicita la volontà dello Stato di esprimere la cultura del paese.
In Italia, a proposito della scuola multiculturale, è ancora in corso il dibattito e la questione rimanda soprattutto ad un problema linguistico: il rapporto tra la lingua italiana e la lingua madre.
Se alcuni(3) sostengono che nella scuola multiculturale non si devono esercitare pressioni linguistiche sugli studenti stranieri perchè è opportuno valorizzare l'uso della lingua d'origine, essenziale in famiglia, altri sostengono l'importanza dell'integrazione degli alunni nella cultura e nella lingua del nostro paese. A questo riguardo è significativo il fatto che in una scuola di Mantova un bambino cinese abbia vinto il premio per una poesia scritta in dialetto.(4)
L'insegnamento deve avere come scopo l'educazione collettiva, coinvolgendo oltre agli studenti e agli insegnanti, anche il dirigente e le famiglie. C'è quindi la necessità di un modello non centralizzato, in quanto non si possono affrontare queste nuove problematiche con modelli di un passato in cui l'immigrazione non era a questi livelli.

Note

  • 1)Una cittadinanza multiculturale? In M.Fossati, G.Luppi, E.Zanette, Parlare di storia 3, pag.466, Mondadori 2010
  • 2)vedi i dati riportati nell'articolo Emigrazione dall'Italia e prime emigrazioni nel nostro paese.
  • 3)La scuola multiculturale M. Omodeo in www.iperbole.bologna.it/iperbole/adi/Xoops/modules/newbb/dl_attachment.php?attachid=1124539304&post_id=90. (sito da cui sono state tratte altre informazioni presenti nell'articolo)
  • 3)Mantova è la più multietnica Il sole 24 ore, 2 ottobre 2009




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